Commissionata dal Senato messinese assieme alla Resurrezione di Lazzaro, per l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria la Concezione di Messina, l’opera bella ed essenziale riporta ad una originaria concezione evangelica di umiltà la scena del classico “presepe". Merisi ambienta in una spoglia stalla, capanno semidiroccato con assi rotti e legname malridotto dal tempo e dall’incuria, la scena della adorazione dei pastori nella notte santa. L’ambiente, rara per le tipiche raffigurazioni in esterni, richiama l’essenzialità della nascita del Salvatore che in figura di bimbo in fasce, ci viene mostrato in un atteggiamento carezzevole a sfiorare il volto della madre. Una Madonna Madonna del parto, o una donna dell’umiltà, dell’humus. Appoggiata per terra: è una mamma che assomiglia a una delle sue tante modelle bellissime. È seduta sulla terra, scalza e priva delle classiche babbucce rosse. Poggia un braccio sul muretto col quale sorregge appena l’esile figura del figlioletto. Il volto della Madre è disteso in una serena contemplazione del figlio, quasi sorridente in una gioia contenuta, cosciente del disagio a cui sono entrambi sottoposti e della grandiosità dell’evento atteso. La veste rossa intensa che copre il corpo della vergine sta a significare l’amore che da essa promana per il figlio.
In primo piano una natura morta composta da una tovaglia, una pagnotta, una pialla da falegname: mensa dei poveri, lavoro degli umili. Tocchi di luce bianca caratterizzano la paglia.
Le figure sulla destra sono i pastori e tra essi S. Giuseppe, che non sembra essere poggiato sul bastone rozzo, ma quello semi inginocchiato a mani giunte, l’unico in adorazione cosciente del mistero divino. Sono proprio questi pastori ad “assorbire” la luce divina che viene emessa dalla Vergine e da Gesù Bambino, rappresentata come un raggio di luce color bronzo e che giunge sulle figure vicine.
Sullo sfondo gli immobili animali, assenti dalla scena dell’evento. Tutta la pittura giocata su toni caldi e bruni spoglia di artifici pittorici e richiami soprannaturali, sembra voler riaffermare una concezione pauperistica dell’evento.
Caravaggio vuole trasmetterci l’importanza della ricchezza spirituale come vero ed unico bene necessario, eliminando il valore dei beni terreni.
In mezzo un pastore seminudo : copiato da Simone Peterzano, artista con cui Caravaggio studia a Milano. Il giovane dipinto con il volto abbronzato , mani abbronzate, il resto del corpo no. Ecco il suo dipingere dal vero, nella messa in posa di questo ragazzo messinese, Caravaggio vede un colore della pelle non uniformato, e così lo ritrae.