Il MuMe ha un volto giovane e rinvigorito ma un grande vissuto alle sue spalle. Il nuovo Museo, inaugurato nel 2016, racconta la storia di una città perduta, lacerata dal sisma del 1908. L’ingente patrimonio recuperato fra le macerie del centro urbano e dalle collezioni dell’ottocentesco Museo Civico Peloritano, dal 1890 allocato nell’ex monastero di S. Gregorio, fu trasferito, nel 1914, nella spianata del San Salvatore dei Greci , ove era ubicata la filanda della seta Melinghoff. Oggi, all’interno di quello stesso edificio, in un perimetro che cinge una superficie di 17.118 metri quadri, allestita anche nelle aree esterne e nei piazzali con suggestivi elementi architettonici, sorge il nuovo, imponente e panoramico plesso (oltre 4.700 mq di esposizione), caratterizzato da spazi emozionanti. Settecentocinquanta le opere esposte, ripercorrendo un arco temporale che va dalla fondazione della città di Messina fino agli inizi del XX secolo. Il Museo è noto in tutto il mondo per le opere di Antonello da Messina, il Polittico di S. Gregorio, firmato “Antonellus Messanensis” e datato 1473, la tavoletta bifronte acquisita al Demanio Regionale nel 2006 e le due pale caravaggesche con la Resurrezione di Lazzaro e l’Adorazione dei pastori, dipinte durante la sosta siciliana del genio lombardo, fra il 1609 e il 1610. All’interno di un itinerario complesso e articolato, la ricca e interdisciplinare collezione permanente di opere e manufatti pittorici e lapidei esposti espone gli accenti cosmopoliti della storia della città, dalle sue origini (fu fondata nell’VIII secolo a.C.) fino ai primi XX secolo, attraverso la successione di settori supportati da sistemi educativi cromaticamente distinti. Il MuMe sorge, lambito dalle onde del mare, come lo specchio di una città caleidoscopica che abbraccia il suo passato sofferto e dialoga costantemente con il presente.